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Storia di buona sanità, la lettera di un paziente del GOM: 'Grazie per avermi accudito, curato e coccolato'

14 Marzo 2024


Fonte: Reggio, lettera di un paziente del GOM: 'Grazie per avermi accudito' (citynow.it)

 

“Il periodo delle feste pasquali si avvicina e con questa lettera scritta da mio padre Mario, attualmente in cura, vorrei spronare più persone possibili ad acquistare le uova dell’AIL (ASSOCIAZIONE ITALIANA LEUCEMIA) al fine di aiutare e sostenere la ricerca che in questi anni ci ha permesso di affrontare con forza: leucemia, mieloma e linfoma. E’ un ringraziamento che tuttavia non sarà mai appagante per tutto ciò che lo staff medico e paramedico offre a chi affronta queste malattie “mostro””.

Di seguito la lettera indirizzata alla dott.ssa Alati, al nuovo primario il dottor Massimo Martino e a tutto il personale medico e paramedico e o.s.s del reparto Ematologia del GOM.

 

“Scrivo questa mia lettera col cuore in mano, prima di affrontare il mio secondo ricovero perché sento l’impellente bisogno di comunicare quanto segue: vorrei ringraziare in primis lei mia cara dottoressa per ciò che ha fatto e continua a fare tutt’ora per me e per la mia bella famiglia. Lei persona dall’animo buono ha conosciuto a fondo un reparto delicato in cui vive la sofferenza e di dolore. Proseguo citando inevitabilmente tutto il personale medico e paramedico di reparto, in grado di assistere non solo professionalmente ma anche amorevolmente ogni singolo paziente dedicando la propria anima in maniera incondizionata. Grazie a loro ci si sente meno soli e abbandonati ad affrontare la malattia, vista la cura e l’empatia costante che ti fa sentire sempre come in una famiglia. Lei dottoressa è circondata e supportata da uno staff davvero speciale, a partire dalla caposala Jessica Germanó sempre attenta e dedita al suo lavoro che svolge con grinta e passione. Pongo l’attenzione anche sui dottori del reparto sempre pronti a consolare con parole affettuose e di speranza, tendendo sempre la loro gentile mano. Un altro posto speciale nel mio cuore è occupato dagli ormai amici infermieri: pazienti, mai stanchi, sempre in grado di donare un sorriso anche quando un sorriso non c’è in una giornata completamente buia.

Ultimi, ma non per importanza nella scala gerarchica, voglio menzionare tutti gli operatori socio-sanitari che hanno rappresentato per me una fonte di inesauribile compagnia, forza, gioia e comprensione. Mi verrebbe da dire “un raggio di sole in mezzo ad una tempesta”.