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L'intervista di Gazzetta del Sud al dott. Sebastiano Macheda, Direttore della UOC Anestesia e Rianimazione, ed al dott. Massimo Caracciolo, responsabile della T.I. post-operatoria

11 Novembre 2020


Fonte: Gazzetta del Sud dell'11 novembre 2020

 

 

Massimo Caracciolo è il responsabile della T.I. post-operatoria:
«L'Asp non ci ha fornito l'aiuto che aspettavamo»

 

«La situazione è certamente impegnativa e difficile. Ma al momento resta gestibile». Così il primario della Rianimazione Sebastiano Macheda, a capo anche del Dipartimento Emergenza ed Urgenza del Gom, fotografa lo stato dell'arte della Terapia intensiva reggina. Qui, ogni minuto è sostanza; a fianco delle criticità dei pazienti molto delicati e nel pieno rispetto di tutte le accortezze Covid: percorsi differenziati e spogliatoio dedicato per la vestizione e svestizione. Un po' come avviene in tutti i reparti in prima linea nella lotta al virus micidiale, mentre è già partita la “nuova” rivoluzione organizzativa per rispondere alla crescente richiesta di cura e di posti letto che arriva da tutta la provincia. «Al momento abbiamo cinque pazienti su nove posti Covid. Tutti in condizione critiche con patologie cardio-vascolari che sono quelle che, purtroppo, hanno una prognosi peggiore nel contesto di un quadro Covid di per sé molto impegnativo. La terapia - sottolinea Macheda - è quella consigliata dalle linee guida dell'Oms e della Aifa e varia a seconda delle condizioni del paziente. Nella prima fase, somministriamo gli antivirali, il remdesivir, che è quello maggiormente consigliato insieme con l'eparina. Nelle fasi più severe - che accomunano tanti malati in Malattie infettive e Pneumologia - l'uso dei cortisonici insieme con dosi terapeutiche di eparina».

- Quali novità state costatando in questa seconda fase?

«Non ci convince l'uso dei cortisonici a livello territoriale. Abbiamo la sensazione - e ne abbiamo ragionato insieme ai colleghi - che in alcuni casi ci sia stato un utilizzo precoce nei pazienti poco sintomatici che non è raccomandato dalle linee guida. Il cortisone va conservato per controllare l'eccessiva risposta infiammatoria nei pazienti ed è importante che questa gestione sia coordinata e sia univoca».

- Altra questione: i posti letto in Calabria.

«Si è detto di tutto. Quelli attualmente effettivi sono 113, ovvero i 107 di sempre a cui si sono aggiunti solo sei posti letto nel periodo Covid. Un numero che si commenta da se. È assolutamente insufficiente a coprire tutte le esigenze di pazienti che necessitano di una struttura intensiva. Quindi, se già nel tempo avevamo sollevato molte preoccupazioni perché non bastavano, figuriamoci oggi che questi posti sono “dedicati” sia a pazienti affetti da coronavirus che non».

- Al Grande ospedale Metropolitano le cose stanno andando diversamente.

«L'implementazione risponde solo alle nostre forze e alle risorse dell'ospedale. Abbiamo fatto in autonomia. Giornalmente, stiamo approntando, e rivedendo, nuove misure per contrastare questa ondata. Ora siamo certamente ristetti. A parte i margini che ancora per fortuna ci sono in Rianimazione; i cento e più ricoverati nell'Edificio Covid - che transitano soprattutto tra Pneumologia e Malattie infettive - sono, infatti, un numero davvero considerevole».

- Il progetto della Terapia intensiva continua.

«I nove posti letto attuali dovrebbero passare a quattordici e l'area della Rianimazione diventerà tutta Covid. Ci dobbiamo preparare, vista la criticità di tante persone che da un momento all'altro, potremo trovarci noi ad accogliere. Inoltre, a giorni, verrà aperta una Terapia intensiva con dodici posti letto per i pazienti non Covid».

Quest'ultima struttura, una volta che sarà alle spalle la pandemia, sarà la terapia post-operatoria e sarà gestita dal dott. Massimo Caracciolo. Quest'ultimo osserva: «Dispiace dovere constatare e prendere atto delle tante risposte che non sono state date in una fase come questa dove il tempo è vita. L'Asp non ci ha fornito l'aiuto che ci aspettavamo e suonano come una beffa i quaranta posti Covid che si sarebbero dovuti aprire a Gioia Tauro per la gestione dei pazienti prossimi alla guarigione e che, per diversi motivi, anche familiari, continuano ad intasare l'ospedale che deve essere decongestionato. Ed ancora, chissà quando vedremo i venti posti letto Covid legati alla gestione del commissario straordinario Domenico Arcuri». Resta una sfida altamente impegnativa. «La direzione strategica del Gom sta facendo un grande lavoro - ammette Macheda -. E non è facile considerate anche le difficoltà a reclutare il personale a tempo determinato per l'emergenza sanitaria autorizzato dal generale Cotticelli. È chiaro che in questa situazione è forte il rischio di depauperare gli altri reparti. Restando alla Rianimazione, una soluzione potrebbe essere il recente concorso per anestesisti. La graduatoria è aperta e consente di assumere a tempo indeterminato, superando così la precarietà che si sta rivelando un fattore ostativo». Ultima considerazione. Alcuni ipotizzano che il virus si sia rinforzato. «In realtà, la differenza rispetto allo scorso marzo è che corre e si diffonde molto velocemente. Ed è un effetto che purtroppo constatiamo anche noi e ha portato agli oltre cento pazienti di oggi. C'è, infatti, una concentrazione simultanea di pazienti e di ricoveri che prima erano diluiti nel tempo».