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"In ricordo del Prof. Lanucara" - scritto dal Prof. Pier Francesco Tropea

28 Agosto 2018


Ricordare la figura del professor Pasquale Lanucara, in occasione della sua dolorosa scomparsa, espone al rischio di costruirne un ritratto agiografico, non privo di retorica, lontano dalla sua natura schiva, involontariamente offendendone la memoria.

Lillo, come amava essere chiamato dagli amici, era infatti personaggio autentico ed essenziale, del tutto alieno dai riti autocelebrativi che è dato riscontrare non di rado nella società che ci circonda.

La sua elevata qualificazione scientifica, quotidianamente trasmessa nella sua attività professionale, affondava le sue radici nella sua rigorosa preparazione medica, pazientemente costruita in un lungo tirocinio formativo espletato attraverso molti anni di permanenza presso la Clinica Medica Universitaria di Milano, sotto la guida del professor Melli, a sua volta allievo del grande Frugoni. Ne è derivata in Lanucara l’acquisizione di una metodologia clinica applicata alla patologia medica (disciplina nella quale ha conseguito la libera docenza), successivamente da Lui travasata nell’attività ospedaliera allo studio del malato, prima che della malattia, in tal modo affermando il primato della Clinica, rispetto all’astratta conoscenza nosografica della patologia umana nei suoi molteplici aspetti.

In un’epoca caratterizzata dal prepotente avvento della tecnologia strumentale, che rischia di mettere in ombra la Semeiotica medica, Lanucara anteponeva l’uso sapiente della semeiologia clinica attraverso la scrupolosa ricerca sul malato dei segni della malattia, avvalendosi, solo marginalmente e come supporto della Clinica, dei dati provenienti dal ricorso agli strumenti diagnostici. Una rigorosa metodologia di lavoro che costituiva una quotidiana lezione di sapere medico a beneficio dei suoi numerosi allievi. Sotto questo profilo, Lillo Lanucara ha fornito un fondamentale contributo alla crescita culturale del nostro Ospedale, offrendo con la sua appassionata opera di Primario ospedaliero, un esempio concreto di dedizione totale all’ammalato, al di là di qualsiasi interesse personale.

Tuttavia, il ritratto di Lanucara, Clinico medico illustre, sarebbe oltremodo riduttivo, se non si inquadrasse la sua figura nel più vasto ambito dell’Uomo di cultura. Lillo era ricco di un patrimonio culturale umanistico, coltivato da tempo in seno alla sua Famiglia, che costituiva un valido supporto al suo sapere scientifico, il che rendeva sempre di grande interesse lo scambio di opinioni con Lui, costituendone occasione di arricchimento culturale per l’interlocutore privilegiato. Pertanto Lillo si connotava come un Medico umanista, una figura di scienziato tradizionale tanto preziosa, quanto di ben raro riscontro ai nostri giorni.

 

La sua grande cultura medica e generale si accompagnava ad una innata modestia, traducendosi in una totale disponibilità nei riguardi del malato, di cui si faceva carico senza limitazioni di luogo e di tempo, come è dato osservare negli Uomini di elevato spessore culturale.

Trattando della personalità del nostro Amico scomparso, non si può non menzionare il patrimonio morale di cui era ricco, che si traduceva in una “etica della responsabilità” che connotava fortemente la sua attività professionale, dunque gli Atti medici di cui era quotidiano protagonista. Non a caso gli è stata affidata per anni, ben oltre la cessazione del suo incarico primariale, la Presidenza del Comitato Etico ospedaliero, incarico svolto con grande scrupolo professionale, soprattutto nei riguardi dei programmi di sperimentazione sottoposti al vaglio del Comitato stesso. Negli ultimi anni, pur costretto a vivere appartato a causa della sopravvenuta inabilità, continuava ad elargire pareri medici di alta qualificazione, basati su un aggiornamento culturale specialistico da Lui curato fino all’ultimo. Nonostante la tarda età e le caratteristiche della sua preparazione tradizionale, Egli sapeva guardare al futuro della Medicina, additandone con lungimiranza le prospettive della ricerca più avanzata.

Per quest’ultimo aspetto della sua poliedrica attività, viene spontaneo attribuire alla Sua voce ormai spenta, ma ancora in noi prepotentemente viva, l’esortazione del poeta Alfred Tennyson:

«Venite Amici, che non è mai troppo tardi per scoprire un nuovo mondo … Io vi condurrò più in là del tramonto».

 

Agosto 2018

                                                                                                                                                                 Pier Francesco Tropea